È come se il pigmento di cui siamo composti, la nostra unicità, la nota fondamentale di cui siamo composti, volesse distaccarsi dalla sinfonia, dagli altri pigmenti del puzzle, per poter osservare da lontano il disegno completo e comprenderne dunque la sua totale rappresentazione.
Ma così facendo, essendosi spostato, il pigmento del puzzle non ricopre più la sua posizione all’interno del proprio tassello, andando a incidere sull’intera immagine e creando una dissonanza cromatica.

In questo modo il guaio è doppio, poiché coinvolge sia ciò che deve rappresentare il puzzle e sia l’Osservatore esterno, che darà molta più attenzione al pigmento dislocato che all’intero quadro.

Siccome non conosce l’opera ultima e siccome creerebbe disarmonia spostarsi dal punto in cui è, la massima importanza per ogni singolo pigmento consiste nell’essere ciò che è adesso (il Ricordo di sé, il Qui-e-Ora) e risplendere di tutta la sua Unica e particolare Bellezza.

Tutti i pigmenti, in verità, stanno già ADESSO svolgendo la propria Missione e il proprio Servizio, ma senza la Luce della Coscienza (l’Attenzione, la Veglia, la Presenza) possono risultare spenti e offuscati dai propri miasmi, senza però risplendere del proprio colore perfetto.

Ogni pigmento, per essere attivamente al Servizio e acceso alla propria Missione, deve quindi riconoscere ed E-M-A-N-A-R-E la propria unica Essenza in modo da dare un senso all’intero puzzle, permettendogli così di esprimere ciò che deve esprimere.

La nota fondamentale di cui siamo composti è unica e consente la completezza armonica dell’intera Opera.

Senza ogni singola nota, senza ogni singolo pigmento di colore, l’intera OPERA non può essere compiuta.

Sii il pigmento di colore perfetto.